martedì 26 gennaio 2016

Quali sono gli effetti dell' AD sui familiari?

I caregivers sono coloro che si prendono cura dei propri cari, assistendoli nelle varie fasi della malattia armandosi di strategie, tempo e risorse.
Ci si informa su quale sia il modo migliore per assistere il padre\madre, marito\moglie, ma.. 
Chi si prende cura di voi?




Il benessere psicologico dei familiari dei pazienti AD passa spesso in secondo piano rispetto all' accudito; nonostante la loro attività del "prendersi cura del malato" sia fondamentale, spesso restano al di fuori dell' attenzione. 
Accudire un paziente AD richiede un forte investimento di energie, tempo e risorse che portano ad una stanchezza fisica e psicologica e, spesso, sono proprio gli stessi caregivers a sottovalutare le proprie condizioni psicologiche. 

Essere un caregiver comporta una trasformazione delle proprie abitudini, dello stile di vita, una rinuncia alle attività che prima erano svolte e, talvolta, questi cambiamenti hanno delle evidenti ripercussioni sulle relazioni sociali, coniugali e\o amicali; inoltre spesso i familiari riferiscono di provare emozioni e stati d' animo contrastanti fra di loro come rabbia, senso di colpa, stanchezza e sensazioni di inutilità
Queste emozioni generano una forte tensione che finisce per manifestarsi anche sul piano fisico: mal di testa, problemi gastrici, dolori dovuti alle manovre pesanti che si attuano, disfunzioni immunitarie in seguito al non avere tempo e risorse per curare sè stessi.

Cosa succede dal punto di vista psicologico?

I sintomi più diffusi nei familiari dei soggetti AD sono di tipo depressivo e ansioso; questi dipendono, oltre che dalle risorse interne disponibili, anche da:
- età: un soggetto giovane ha maggiori possibilità di gestire la cura quotidiana;
- stato socio-economico: chi ha più risorse economiche ha la possibilità di delegare i compiti necessari;
- capacità di reperire informazioni: essere informati sulla progressione della malattia frequentando seminari o partecipando a progetti in merito, si ha la possibilità di meglio comprendere cosa accadrà nel prossimo e remoto futuro garantendo un tipo di preparazione agli eventi;
- riferimenti familiari: avere in famiglia qualcuno su cui contare e con cui effettuare una divisione dei compiti riduce lo stress e la tensione che si accumulano nei momenti in cui ci si sente soli in questo percorso.

Cosa fare per arginare il malessere psicologico?

- In primo luogo è necessario delegare compiti e mansioni al fine di non caricarsi di tutti i problemi presenti, riacquistando la possibilità di riprendere in mano la propria vita e svolgere le attività quotidiane affinchè lo stress possa ridursi (prendersi cura di sè, badare alla propria famiglia, lavorare, curare i rapporti sociali, praticare attività fisica e\o ricreativa); 
- Trovare un ambiente sicuro in cui confidarsi: spesso i gruppi di auto-aiuto sono di fondamentale importanza per condividere le proprie emozioni e difficoltà relative alla propria condizione; comunicare le problematiche e non sentirsi soli in questo percorso è di fondamentale importanza al fine di ridurre le preoccupazioni e i sintomi depressivi e ansiosi;
- Informarsi rispetto alla progressione della malattia per non sentirsi impreparati ai prossimi sintomi (che possono o meno verificarsi) investendo del tempo in seminari informativi; informarsi in rete rappresenta un' arma a doppio taglio, pertanto è consigliabile rivolgersi ad un professionista specializzato che possa al meglio rispondere alle vostre domande. 


Quali sono, a vostro parere, altre cause dell' insorgenza di un malessere psicologico nei familiari dei soggetti AD? 
Come combattere questo malessere?


Dott.ssa Fabrizia Tudisco

Nessun commento:

Posta un commento